Al Liceo Cipolla due murales per ricordare l'astrofisica Margherita Hack

Un'opera meticolosa, quella realizzata da Angelo Genova, in arte Angelo Crazyone

Redazione Prima Pagina Castelvetrano
Redazione Prima Pagina Castelvetrano
03 Maggio 2024 09:00
Al Liceo Cipolla due murales per ricordare l'astrofisica Margherita Hack

Al Liceo Cipolla di Castelvetrano si chiude il piccolo cantiere aperto, solo pochi giorni fa, per la realizzazione del murale firmato Angelo Crazyone sulla doppia parete di ingresso dell'istituto.

Un'opera meticolosa, quella di Angelo Genova, in arte Angelo Crazyone, che sa coniugare il persistente e l'effimero, l' ipertecnologia degli strumenti utilizzati (Angelo è uno dei primi a cogliere le opportunità dell'intelligenza artificiale integrandola con un tipo di graffitismo di vecchia scuola) e l'artigianalità lenta e paziente di piccoli pixel staccati uno ad uno dai giganteschi stencil in vinile che sono l'anima del suo lavoro. Angelo rimane tra i pochi a lavorare ancora con gli spray, spesso sostituiti dal pennello in molti lavori murali recenti.

Quando parli con lui sembra di parlare con un sopravvissuto di quella controcultura urbana che è stata la street art fino ai primi anni 2000. Ritrovi la bellezza senza fronzoli del lavoro sociale, del muro riscattato, dello slang che diventa codice espressivo, del valore comunitario dell'arte che si presta ad essere di tutti, per tutti. Il suo lavoro è fatto di dettagli che non sono facilmente percepibili, da lontano, ma che si rivelano nella impeccabilità dell'insieme. Le immagini sono riprodotte con una resa fotografica nitida, emergono per contrasto dal fondo scuro (lavorare in negativo aumenta l'effetto suspense dello svelamento finale), formate da una moltitudine di pixel tematici, le cui forme si sposano al significato dell'opera.

Per il liceo Cipolla di Castelvetrano Angelo Crazyone, reduce da importanti lavori a Palermo, ma non solo, ha realizzato un doppio murale, un dittico contemporaneo con i finanziamenti regionali del progetto Arte al femminile e con l'intervento di sponsor e partner, tra i quali il dott. Filippo Cardinale ad integrazione della borsa di studio Ada Arcuri, l' associazione Fildis sezione Castelvetrano e grazie all'impegno della Dirigente scolastica, dott.ssa Tania Barresi, da sempre attentissima promotrice di iniziative che mettano gli studenti in primo piano.

A seguire i lavori sono stati i ragazzi della 3G, coordinati dalla professoressa Monica Di Pietro docentie di Arte al liceo scientifico. I ragazzi , a turno, si sono alternati affiancando l'artista ora per la stesura del fondo, ora per la preparazione degli stancil, ora per aiutarlo in una impresa che li ha visti coinvolti "fisicamente": chiodi da piantare, vernici, impalcature e mani sporche sono stati un antidoto alla virtualizzazione cui troppo spesso sono esposti quotidianamente e rispetto alla quale una educazione "al fare" diventa un indispensabile tassello formativo che la scuola deve poter fornire.

Una full immersion di tre giorni che li ha resi partecipi di quel piccolo prodigio che è la realizzazione di un'opera murale, dalla parete disadorna allo svelamento dell'immagine quando la si libera dalla maschera-stencil. Vedere l'opera che si rivela sotto i grandi fogli di vinile è una sorpresa, un privilegio. Se inquadrata con la fotocamera dello smartphone l'immagine sembra ricompattarsi nella sua "essenza digitale", dettagliata e definita, quasi come se quella che vediamo su parete non sia che proiezione ingrandita di ciò che nasce come densa figura vettoriale e che si dilata poi sul fondo blu con l'intenzione più poetica del pulviscolo stellare dei pixel a spray.

L'opera ritrae, con la tecnica dei pixel monocromatici (per l'occasione pixel-stella), da un lato una giovane Margherita Hack dall'altro una icona dei nostri giorni, una giovane astronauta (il titolo dell'opera è Cosmonauta) che senza avere nome o identità specifica diventa incarnazione di un ideale. La Hack viene ritratta come studentessa, quando sognava lo spazio senza ancora sapere che nel suo destino ci sarebbe stata una ricerca continua in un settore, quello dell' astrofisica, nel quale spesso sono gli uomini ad essere voce dominante.

Libera pensatrice, donna di successo e simbolo della sfida ad un mondo declinato sempre al maschile, non ha qui il volto segnato dal tempo, l'ampio sorriso dei traguardi raggiunti ma è giovanissima, ai tempi dell'atletica, delle scuole e delle scelte ancora non fatte. Viene ritratta mentre guarda ad un futuro ancora non perfettamente disegnato, gli occhi intelligenti e da sognatrice rivolti alle stelle. Lei ha osato sognare in grande, figlia di una educazione liberale molto controcorrente per i tempi, e determinazione, coraggio, consapevolezza l'hanno guidata, vere stelle polari, verso la piena realizzazione del suo potenziale.

Ha insegnato a tutte coloro che sono state ragazze dopo di lei a pensare a sé stesse come possibilità infinite, a non avere limiti precostituiti, a liberarsi dei paletti socialmente imposti, ha consentito alle nuove generazioni di fare enormi passi avanti nella direzione della parità di genere, ha segnato un'epoca in cui studiare lo spazio senza inizio nè fine non fa più paura e in cui le colonne d'Ercole degli orizzonti noti possono essere superate anche da giovani navigatrici. Proprio questo è il senso del secondo murale, la giovane astronauta.

La stessa Hack ha più volte ribadito che l'unica colpa di Eva è stata una intraprendente curiosità, la stessa che ha spinto gli esploratori di ieri a spostare sempre i confini del mondo conosciuto. Diventare astronauta è stato fino a qualche decennio fa il sogno un po' stereotipato dei bambini, oggi può essere la vocazione anche delle bambine e delle ragazze che, mosse dalla curiositas, accettano la sfida audace di una navigazione verso l'ignoto.

Perché, a dire il vero, dovrebbero spaventare di più i percorsi troppo noti e le certezze di un mondo statico piuttosto che i misteri dell'infinito. 

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